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BRUNO BARATTI , Pesaro, vaso a ventaglio, Sole su fondo rosso, h.cm.21x27, marchio, prob. decoratore Auro Salvaneschi
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BRUNO BARATTI , Pesaro, vaso a ventaglio, Sole su fondo rosso, h.cm.21x27, marchio, prob. decoratore Auro Salvaneschi
Bruno Baratti.
Nel 1939 Bruno Baratti, dopo aver lavorato sin dall'eta di quindici anni presso la manifattura pesarese "Ciccoli Ceramiche" di proprietà di Pietro Ciccoli, apre un laboratorio in proprio a Pesaro, in via Condotti.
Dalla fornace, nella quale lavora da solo fino agli anni del dopoguerra, escono ceramiche e maioliche, tra cui alcuni pezzi unici, dal gusto moderno e ricche di estro creativo.
Nel 1942 e nel 1947 la manifattura si classifica prima al concorso di Faenza.
Dalla seconda metà degli anni Quaranta il laboratorio viene frequentato da numerosi e valenti giovani allievi tra cui Gian Battista Valentini, Renato Bertini, Auro Salvaneschi, Mario Terenzi, Romolo Verzolini e Ferruccio Marchetti.
Nel 1957 la ditta apre un secondo laboratorio nei locali di via Collenuccio 22 a Pesaro.
Nel 1958 collabora con la manifattura Antonio Lani.
Dagli anni Settanta collabora alla produzione e alla gestione della ditta la nipote del titolare, Silvana Baratti.
Bruno Baratti
(31 dicembre 1911 - 15 maggio 2008)
è stato uno degli interpreti del '900 pesarese. Dopo essersi formato nella fabbrica Cartoceti, nel 1926, è assunto dalla fabbrica Ciccoli come garzone ma ben presto le sue innate qualità artistiche sono osservate dal pittore Wildi che lo aiuta e lo istruisce. Spesso Baratti rifiuta i modelli rinascimentali che è costretto a dipingere perchè richiesti dal mercato e ogni tanto il Ciccoli gli permette di fare qualche maiolica a suo capriccio.
Nel 1939 costruisce, con l'aiuto di Giorgio Ugolini, una piccola fornace in via Condotti e finalmente può dar sfogo al suo estro creativo. Mentre prima dell'evento bellico lavorava sempre da solo, dopo si attornia di giovani allievi come Gian Battista Valentini, Renato Bertini, Salvaneschi, Marchetti ed assume il torniante Mario Terenzi.
Nel 1957 si trasferisce in piazza Collenuccio. La versatilità nel trattare la materia e la costante ricerca dell'effetto cromatico, mai disgiunte da uno stile personale, si evidenziano in tutta la sua produzione; i pannello della "Via Crucis" per l'Ospedale di San Giovanni Rotondo sono l'esemplificazione più completa e significativa.
Le sue opere - pienamente inserite nel contesto artistico del Novecento - rivelano la conoscenza di pittori locali come Gallucci, Mariotti e Bucci. Quello di Baratti può definirsi un "istoriato moderno", dove l'antica tradizione pittorica pesarese e un'abile sperimentazione si uniscono in un rinnovato linguaggio.
La sua bottega, a pochi passi dal Museo, è stata una piccola e silente esposizione di ceramiche d'arte. Il carnevale è uno dei temi più frequentati da Baratti accanto alla maternità, a soggetti religiosi e pagani e a scene di vita marinara e contadina.
Baratti ha ricevuto una quantità enorme di onorificenze, riconoscimenti e premi fra i quali ricordiamo: Primo premio in una sezione del "IV Concorso Nazionale della Ceramica", Faenza, 1942; Premio per il "Vaso decorativo" al "V Concorso Nazionale della Ceramica", Faenza, 1946; Premio della Camera di Commercio di Ravenna per il tema "Perfetta esecuzione", alla "X Concorso Nazionale della Ceramica", Faenza,1952.
Le sue operesi trovano nei musei (tra gli altri, il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza ed il Museo Civico di Pesaro) e nelle collezioni private in Italia e nel mondo.